L’arte contro il pregiudiziocon le fotografie di Davide Dutto è prorogata fino al 15 settembre 2022.

Sapresti dire chi è il carcerato e chi non lo è?
Chi tra loro ha la “faccia” da delinquente?

Se sapessimo l’identità di queste persone forse la risposta sarebbe immediata. Ecco il pre-giudizio, il giudicare prima di conoscere.

Ma l’aspetto fisico delle persone può dirci qualcosa sulla loro pericolosità?
Se lo era chiesto anche Cesare Lombroso, fondatore dell’antropologia criminale, che tra la seconda metà dell’800 e i primi del ‘900, raccolse molte fotografie e diversi materiali, a suo giudizio utili a dimostrare il nesso tra le caratteristiche fisiche degli individui e la loro predisposizione “biologica” al crimine; una correlazione che però non è mai stata provata scientificamente.

A partire da queste domande il progetto Face To Face, nato nel 2015 con l’Associazione Sapori Reclusi, vuole portare l’attenzione sul volto delle persone e il modo in cui le guardiamo.

Le fotografie in mostra sono il risultato dello studio di Davide Dutto tra le carceri e i materiali custoditi al Museo Lombroso.
Quasi a voler idealmente arricchire la raccolta lombrosiana, gli scatti, che ritraggono uomini e donne, detenuti e non, sono stati realizzati su sfondo bianco in modo da riproporre l’ambientazione di alcune fotografie dell’Archivio del Museo. Osservando i ritratti esposti nessuno potrà sapere “chi è chi”, e sarà per questo chiamato o chiamata a fare uno sforzo di riflessione e approfondimento sul proprio modo di “guardare” il mondo.